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La rivoluzione del bio, l'Italia sul podio europeo

Settore in crescita e forti cambiamenti per l’agricoltura italiana. La popolazione predilige la qualità.

Un’ondata verde sta travolgendo il vecchio continente, è la rivoluzione del bio. E l’Italia in questo contesto di crescita non le manda certo a dire, anzi, si posiziona ai primi posti per produzione ed esportazione: dal 2013 al 2016 il numero di aziende produttrici di biologico è aumentato del 40%, mentre solo nell’ultimo anno il numero di aziende nel settore è aumentato del 20%, facendo aumentare a dismisura anche l’interesse dei potenziali acquirenti. A confermarlo sono aziende del calibro di General Cessioni, da sempre nel settore dell’intermediazione immobiliare aziendale.
Il giro d’affari raggiunto dall’Italia nel 2017 è di quasi un miliardo e mezzo: più del 70% delle famiglie italiane compra biologico (il mercato interno è arrivato a toccare i 3,5 miliardi), mentre quello dell’export è arrivato a ben 2 miliardi.

Zanoni, presidente di Assobio, non sembra stupito dalla situazione, anzi lo reputa un fenomeno destinato ad avverarsi, complici i “residui” della crisi: le persone hanno non solo preso consapevolezza di quanto le loro scelte impattino sull’ambiente, ma hanno anche maturato una necessità di ritorno alla sostanza, preferendo un miglior rapporto qualità prezzo ma scegliendo sempre il sano e genuino.

Banditi quasi completamente anche organismi ogm, pesticidi ed additivi dai processi produttivi: l’Italia sta crescendo anche nell’export e le nuove normative europee non lasciano spazio ad errori.

I paesi più alla ricerca dei prodotti nostrani sono Germania (40% del nostro export), Usa e Cina (la quale è sempre più alla ricerca di alimenti sani e non contaminati).

Le ultime ricerche sulla condizione dell’ambiente non hanno fatto altro che accrescere la consapevolezza che la strada che il nostro paese sta imboccando è quella giusta: troppe acque piene di pesticidi (oltre il 60%) e costi troppo elevati per risultati che ormai non soddisfano più i consumatori.

Zanoni è abbastanza chiaro e deciso: basta corsa al prezzo più basso. Non ha senso tentare di vendere maggiori quantità ad un prezzo estremamente basso se poi i risultati sono inquinamento, prodotti di scarsa qualità e sfruttamento della manodopera.

Stando ai dati riportati dal ministero delle Politiche Agricole le aziende che producono biologico sono quelle che presentano, ai controlli, meno irregolarità.

Proprio per queste motivazioni, nascono incentivi e sostegno da parte di associazioni adhoc, come FederBio, (creata con il supporto di Assobio).

Lo scopo ultimo è quello di formare, di dare vita ad un settore sempre più qualificato e competente, per avere la certezza di essere sempre pronti ad innovarsi e crescere nel migliore dei modi.

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